Spopolano ai banchetti, alle cerimonie e agli eventi, attirano per bellezza, perfezione dell’intaglio e colore: stiamo parlando delle sculture di verdure e ortaggi, o meglio del carving fruit!
L’arte dell’intaglio della frutta nasce in Oriente, forse in Thailandia, dove dal 1300 queste sculture venivano realizzate in occasione della festa di “Loy Krathong”, cerimonia di ringraziamento all’acqua quale fonte di vita, poste all’interno di piccole corone create con foglie di banano e poi buttate in un corso d’acqua come rituale di purificazione. La “paternità” del carving fruit viene reclamata anche da Cina e Giappone, dove ancora oggi esistono delle regole specifiche di realizzazione delle sculture.
Negli ultimi anni questa tradizione ha varcato i confini asiatici per diffondersi in tutto il mondo, soprattutto grazie agli appassionati. E così siamo andati a conoscere meglio l’arte dell’intaglio facendo alcune domande a Domenico Lucignano, un giovane napoletano che lavora nel settore della ristorazione e da qualche anno si è appassionato al carving fruit.
Quali ortaggi o frutta sono adatti per l’intaglio?
Si prestano benissimo le cucurbitacee, tra cui anguria, zucca, zucchina e melone, ma anche la carota, la barbabietola rossa, il daikon, la papaja e il finocchio.
Quali strumenti si usano per l’intaglio?
Per l’intaglio thailandese si usa lo Stiletto Thai, uno speciale coltello a lama fine e flessibile, mentre per l’intaglio cinese si possono usare scavini ondulati, a V o scalpellini, in quanto più adatti alla creazione di piccole raffigurazioni di soggetti animali.
Esiste una tecnica d’impugnatura del coltello?
Il coltello va impugnato come una matita, è il movimento della mano a differenziare il taglio “in netto” o “a sega”.
Quanto tempo s’impiega per realizzare una scultura?
Il tempo dipende dal tipo di scultura e taglio da realizzare: si va da un minimo di un’ora fino a diversi giorni di lavorazione.
Come e per quanto tempo si conservano le sculture?
Una qualsiasi scultura può durare circa una settimana, l’importante è conservarla seguendo speciali regole a seconda dell’ortaggio o frutta utilizzato: se per i meloni e le angurie basta la copertura di una pellicola per la zucca bisogna ricorrere anche all’uso di un canovaccio che assorba la possibile fuoriuscita di acqua in eccesso, mentre ortaggi come carote e barbabietole vanno semplicemente tuffati in acqua.
Andando un po’ sul personale, come hai conosciuto il carving fruit e da dove è nata la passione?
Sono venuto a conoscenza di quest’arte grazie ad alcune foto di intagliatori thailandesi, e siccome sono uno chef e l’intaglio è stato sempre un mio hobby ho iniziato a dedicarmici nel tempo libero.
E l’intaglio più bello realizzato? Giudicate voi…ecco una carrellata!
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